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E ora, come sempre, schiaccia play e… buona lettura.
In principio furono i cartelloni di Bumble sui quali campeggiava un mese fa la scritta “Sai benissimo che un voto di castità non è la risposta” oppure “Non serve che rinunci agli appuntamenti e diventi suora”. Indignazione degli utenti della nota app di dating (ma non solo) ai massimi livelli con conseguente post di scuse da parte dell’azienda e ritiro dei cartelloni.
Caso chiuso? Non proprio.
Il tema del cosiddetto celibato è diventato negli ultimi tempi un trend sempre più in crescita, uscendo da quella che era la sua sfera religiosa di attività per diventare uno stile di vita sempre più sostenuto da una generazione, soprattutto di donne, stanca e affaticata dal mondo del dating.
È facile capire perché quelle che dovevano essere innocue battute da parte di Bumble siano diventate oggetto di un dibattito molto più ampio a livello mondiale. Per l’ennesima volta qualcuno di esterno si è sentito in dovere di giudicare le scelte di noi donne, dando allo termine celibato una connotazione esclusivamente negativa e non riuscendo invece ad andare fino in fondo alle motivazioni attuali per le quali si sceglie per periodi più o meno lunghi di non fare volontariamente sesso con nessuna persona.
Da un lato, infatti, queste sono legate ad alcune scelte politiche della società che vede ad esempio, in moltissimi Paesi, minacciati i diritti riproduttivi delle donne o lo stesso accesso all’aborto, basti pensare al rovesciamento della storica sentenza statunitense Roe vs. Wade e tutto quello che ne è conseguito. O ancora la crescita di movimenti femministi come quello delle 4B in Corea che rigetta totalmente le relazioni con gli uomini come affermazione sì femminista ma anche di denuncia di un sistema sociale particolarmente misogino.
Ma non solo.
Scegliere di praticare l’astinenza sessuale è vissuta da moltissime persone come un momento di profondo empowerment personale, stabilendo così dei confini che possono aiutare nel gestire in modo sano le proprie relazioni. Non è così inusuale, infatti, usare il sesso anche come forma di validazione personale soprattutto quando non stiamo bene. Per molte persone avere dei periodi di celibato è (stato) anche un modo per recuperare fiducia in sé stesse e comprendere di essere realmente in controllo del proprio corpo e dei propri desideri.
Che poi è quello che ha raccontato lo stesso Lenny Kravitz nell’intervista forse più virale della settimana, rilasciata al quotidiano The Guardian. Celibe da nove anni, il rocker ha dichiarato di essere in attesa della persona giusta e nel mentre di essere da tempo celibe, uno stile di vita che reputa come quasi come un viaggio spirituale.
Ricordo un’amica che ha girato la notizia in uno dei miei gruppi whatsapp e lo sconcerto che ne è derivato. Lo ammetto, quello che ho subito pensato è come mai una persona così oggettivamente attraente e bella potesse decidere volontariamente di astenersi dal sesso. Il mio è stato chiaramente un approccio superficiale, ma permette di riflettere su come certe scelte siano ancora percepite come in controtendenza e di rottura rispetto le aspettative di una società che considera il sesso come parte integrante della nostra vita adulta. Ma soprattutto mette in discussione quelle che sono le nostre aspettative rispetto quello che le persone molto attraenti fanno con la loro bellezza.
Questo potrebbe essere dovuto a quell’idea arcaica, e ripeto superficiale, per la quale la bellezza sia di fatto legata a doppio filo a una sessualità particolarmente attiva e che risponde in parte al motivo del perché spesso un rapporto molto conflittuale con il sesso sia dovuto alla bassa autostima e alla poca fiducia in sé stessi. Torna quel tema della validazione che passa quindi, come sempre, dallo sguardo altrui.
La mia perplessità davanti le scelte di un sex symbol come Lenny Kravitz, la cui immagine molto sessualizzata fanno parte di un immaginario che ha saputo creare, forse anche inconsciamente, intorno a lui ha abbastanza del comico e dell’ipocrita però. Questo perché sono la prima a praticare il celibato da un po’ di tempo.
Chiaro è necessario precisare che c’è differenza tra chi sceglie attivamente di rinunciare al sesso e chi, come me, semplicemente vorrebbe essere sessualmente attivo ma non incontra i partner giusti. Sono moltissime, infatti, le persone che decidono di non fare sesso finché non vedono un potenziale di relazione decidendo quindi di evitare il sesso occasionale.
Non si tratta di un approccio migliore di altri e né bisogna demonizzare le avventure di una (o poche più) notte perché si tornerebbe in quella situazione di profondo giudizio su come, appunto, ognuno decide di vivere la propria sessualità e il proprio corpo. Semplicemente, almeno per me, il sesso occasionale non è mai stato qualcosa di cui ho avvertito la necessità. È capitato ma non mi ha lasciato assolutamente nulla e, anzi, in certi casi mi ha lasciato più vuota di prima.
Semplicemente dirlo ad alta voce anche solo pochissimi anni fa era percepito come, appunto, una presa di posizione “da suora” per citare Bumble, che andava anche contro quell’idea stereotipata di liberazione del corpo femminile. Insomma, avere una vita sessuale particolarmente attiva era quindi “la normalità” e le persone che non rientravano in questo range avevano sicuramente delle mancanze o soffrivano di profonda solitudine.
Credo che molto sia dovuto a come viene anche visto e percepito il sesso. In una società iper sessualizzata come la nostra, c’è sempre molto sconcerto quando una persona dichiara di non avere rapporti da diverso tempo. Come se il sesso in qualche modo riuscisse a dare maggior rotondità alla nostra vita, colmando dei vuoti e rendendoci più realizzati e soddisfatti.
Chiaro non bisogna pensare che chi non fa sesso non lo apprezzi. Anzi. Così com’è chiaro che le pulsioni sessuali e il desiderio rimangono sempre presenti. Solo che per alcuni può ancora essere visto e vissuto come un momento da voler condividere con persone da cui sono particolarmente attratte, che desiderano fortemente e con le quali si instaura una chimica e una sinergia che va oltre la mera attrazione fisica. E non si deve essere giudicati se, in mancanza magari di questo, si decide di fare un passo indietro. Del resto il sesso può avere ripercussioni per chiunque, indipendentemente da come si sceglie di affrontarlo.
Che questo del celibato sia quindi un trend per noi Millennial, ma soprattutto per la Gen Z, o meno poco importa. Ma resta molto interessante da analizzare perché scardina molti assiomi che da sempre erano strettamente collegati alla sfera sessuale, rendendo tale scelta meno “sconvolgente”. Per molte persone quindi vivere un periodo di astinenza può essere la scusa perfetta per focalizzarsi maggiormente sul proprio benessere personale o su relazioni differenti.
Per altre, come me, probabilmente darà meno da pensare a tutti quelli che ci tengono a scavare nella tua intimità. Sarà un caso che una delle domande più monotone (e parecchio invasive) tra amici sia sempre “Beh insomma da quanto tempo non fai sesso? Peraltro generalmente posta quasi sempre da un uomo. Come se fare o non fare sesso (o farne molto) potesse validare la nostra vita personale.
Alla fine quello che conta è come ci sentiamo noi rispetto all’oggetto della questione. Non esistono comportamenti e scelte giuste se non rispetto a quello che vogliamo e a come ci sentiamo in una determinata fase della nostra vita. Decidere di fare molto sesso o decidere di astenersi sono scelte personali che devono andare in una direzione di ricerca del nostro benessere. Non ci devono definire come persone.
E la vera liberazione sessuale, soprattutto per noi donne, passa esattamente anche da qui: dallo scegliere quando voler fare e se voler fare sesso senza sentirci giudicate da nessuno. Il corpo è mio come miei sono i desideri, l’attrazione che provo per altre persone e la voglia o meno di seguire i miei istinti. Tutto il resto è solo materiale da hashtag sui social.
#ItsFridayImNotInLove
💌 Modern Love
Dalla rubrica settimanale del New York Times “Modern Love” (da cui è tratta la serie disponibile su Amazon Prime)
Il tema dell’ageismo è particolarmente presente anche nel dating e più in generale nelle relazioni. Lo spiega molto bene la scrittrice Ann Garvin che nel suo personale Modern Love racconta come lei stessa abbia interiorizzato talmente tanto tale forma di pregiudizio, da rischiare di perdere delle potenziali occasioni importanti in fatto di rapporti e incontri. Molte volte, infatti, i giudici più critici delle nostre potenziali scelte siamo proprio noi stessi.
“It had been a long time since I had felt this way about someone, despite dating quite a lot in the years since my marriage ended in 2010. Was it possible I had so many preconceived notions of age, romance and sex that I was blind to what was happening in my own story?”
📌 Post-it del venerdì
Single, dating, coppie e relazioni. Gli articoli della settimana per districarsi nel precariato sentimentale
Perché il celibato è così “hot” in questo momento? Movimenti come "boy sober" su TikTok e il movimento 4B in Corea del Sud promuovono l'astensione dalle relazioni con gli uomini come forma di empowerment. Tuttavia negli Stati Uniti, alcuni influencer di destra stanno usando il celibato per promuovere una cultura della “purezza sessuale”, contrapponendosi all'autonomia sessuale delle donne.
E a proposito dei lati negativi di questo trend in crescita del celibato, conosci il fenomeno delle “Tradwives” su Tik Tok? Quasi potrebbe sembrare una parodia e invece non lo è affatto.
Come mai la decisione di Lenny Kravitz di astenersi dal sesso appare così sorprendente? Forse stiamo davvero entrando in una nuova fase di emancipazione sessuale, in cui scegliere il celibato potrebbe liberare le persone dalla costante consapevolezza della propria sessualità?
Il caso controverso dei cartelloni di Bumble e più in generale il suo rebranding visti dal punto di vista della comunicazione e del marketing. Esattamente cosa non ha funzionato?
🎙️ Mixtape e altre storie
Consigli (non) richiesti su come perdere tempo la sera
Mi mancano le ultime due puntate ma avevo voglia di segnalarti, a prescindere da come verranno sciolte le varie situazioni descritte, Ni una màs (Non una di più) serie spagnola su Netflix già in cima alle classifiche delle serie più viste in questi giorni. La mini serie affronta il tema della violenza sulle donne raccontandola in diverse forme: non solo molestie quindi, ma anche violenza sessuale, psicologica e revenge porn. Al centro un gruppo di quattro amiche adolescenti che si ritrovano a fare i conti con una società patriarcale in cui la vittima di violenza vive in una condizione di paura dell’essere giudicata o, peggio ancora, non creduta.
Chi cercherà la novità non la troverà ma l’ultimo album di Lenny Kravitz, impossibile non citarlo in questo numero, uscito lo scorso 24 maggio è una buona miscela di rock, funk e soul. Con l’amore sempre comunque al centro, come già cantava in Let Love Rule il suo primo album uscito nel 1989. Del resto non credo puntasse a una rivoluzione stilistica ma, come racconta in questa bella intervista, “I’m not here for the accolades, I’m here for the experience.”
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