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E ora, come sempre, schiaccia play e… buona lettura.
In quella che è già la scena cult di Nuovo Olimpo, in un dialogo onirico e intimo che trascende il tempo, la materna Titti (Luisa Ranieri) racconta al protagonista Enea (Damiano Gavino) che:
“Chi si è voluto bene non si lascia mai.
C’è sempre anche se non lo vedi.
E tu mi dirai io e te ci siamo visti poco, non ci siamo frequentati.
Non è il quanto è il come. È il riconoscersi.
È l’intensità di un incontro che fa una storia.”
L’ultimo film di Ferzan Ozpetek tocca i temi più cari al regista italo-turco: l’amore impossibile, il senso dell’incontro, l’ineluttabilità del destino. Sullo sfondo Roma con i suoi scorsi unici che diventano la cornice ideale di questa profonda storia d’amore tra Enea e Pietro (Andrea Di Luigi). Una storia nata per caso nel 1978 e mai davvero sbocciata, salvo accompagnare i due protagonisti per quasi quarant’anni, fino al 2015 per l’epilogo inaspettato.
Ma è sopratutto un film che celebra “la memoria come unica fedeltà possibile”. È il ricordo di quella sola giornata insieme che legherà indissolubilmente i due protagonisti per tutto il corso della loro vita, nel mezzo altri amori e relazioni, vite costruite per necessità, talento e virtù.
Un amore che non è mai stato davvero vissuto e forse per questo più forte di altri, più feroce nella sua eterna giovinezza, più logorante nel suo rimpianto che ci trascina via. Quel chiederci come sarebbe stato se ti fossi recato in quella trattoria in centro per la cena programmata.
E così, ognuno di noi serba il ricordo di un volto che avrà sempre la stessa tenerezza negli occhi e la stessa passione nei gesti. È un ricordo vivo che trascende il tempo, che non invecchia, al quale restiamo aggrappati malgrado le relazioni costruite con altre persone, non meno intense ma forse meno assolute. Restiamo fedeli a un ricordo perché, a volte, è tutto quello che ci rimane. È il ventaglio di possibilità mai compiute, è la strada che non abbiamo percorso, è quell’occasione mancata di essere stati felici. Felici davvero.
Ed è la sua mancata evoluzione che lo rende eterno, un ricordo che si è cristallizzato nella nostra memoria del passato, così perfetto perché non ha conosciuto il logorio dello scorrere del tempo. La prova maggiore con la quale tutte le relazioni devono scontrarsi e affrontare per (r)esistere.
Enea e Pietro siamo noi. Per questo il film convince, perché è la storia di due persone come tante, due sguardi che si sono riconosciuti una sera, desiderati per un giorno e persi i restanti. Ognuno di noi ha quel ricordo segreto, quasi inconfessabile a distanza di anni, di un volto che ha amato senza compromessi. Un incontro breve ma totalizzante, alla cui memoria restiamo aggrappati e fedeli perché è in quella felicità mancata che ritroviamo noi stessi nella nostra forma più onesta e pura.
Ci si rincontra nella vita? Ci si innamora ancora?
Si. E ogni amore ha un senso e un tempo diverso, ci racconta Ozpetek. Non meno intenso, non meno importante.
Ma c’è un amore impossibile che resta unico, uno e uno solo per sempre. Ed questo che lo rende così nitido e irraggiungibile. Di quel ricordo che conserviamo ci resta la consapevolezza che nulla potrà mai eguagliarlo ma anche la certezza che resta tale solo perché eternamente perfetto. Un ricordo che non si consuma, che non ha vissuto gli alti e bassi di un vero rapporto, non è invecchiato con noi, con le nostre paure e i nostri difetti. Con quelle imperfezioni che rendono una relazione qualunque la nostra relazione, così diversa e unica da tutte le altre.
E allora Nuovo Olimpo diventa un racconto universale, perché accomunati tutti da un amore così, che conserviamo per le sere più malinconiche. Quelle in cui il ricordo torna prepotente e ti spinge a chiederti come sarebbe stato se tutto fosse andato in modo diverso. Se tu fossi stata una persona diversa.
Non esiste una risposta valida per tutti, così come non c’è cura ai rimpianti. Il segreto, spiega Ozpetek in quella bella e dolorosa scena finale, è che il ricordo aiuta a preservare quell’emozione e che resta lì sotto pelle, malgrado tutto. Anche quando, a distanza di anni, ci si (ri)scopre uguali ma diversi, provando ad accettare che resta solo la memoria di un amore giovanile mai compiuto e, per questo, eternamente giovane.
Come canta Mahmood nel suo nuovo singolo, Cocktail d’amore:
“Se mi amerai fallo così
Stammi bene, mi mancherà
Morire insieme.”
O anche solo Mina in Povero Amore, brano che chiude Nuovo Olimpo:
“Io ti avevo e non sapevo
Che eri quello che volevo
Che eri tutta la mia vita”
Memoria e rimpianto. I cardini di molte delle nostre relazioni e gli elementi fondanti della cinematografia di Ferzan Ozpetek, da sempre un autore in cui ritrovarsi, in cui perdersi insieme ai suoi personaggi così simili a noi. Mai come in questo film che, come ha raccontato lui stesso, è in parte autobiografico. Lo spunto, infatti, è un incontro mancato con una persona. Si erano dati un appuntamento, dopo un primo incontro, ma si sono aspettati in due uscite diverse (come ha raccontato qualche anno fa durante il suo spettacolo Ferzaneide che, se mai tornerà in teatro, ti consiglio assolutamente di andare a vedere). E così quell’occasione mancata è stata lo spunto per Nuovo Olimpo, per riflettere sulle incognite del passato, sui ricordi di un amore mai consumato.
“Il passato più è lontano, più sembra bello” dice nel film. Ed è il peso di questa bellezza lacerante quello con il quale tocca fare i conti ogni giorno. Conservando i ricordi e restando fedeli a noi stessi, ma anche con la voglia di una nuova felicità meno perfetta, più ruvida ma capace d’invecchiare con noi.
#ItsFridayImNotInLove
💌 Modern Love
Dalla rubrica settimanale del New York Times “Modern Love” (da cui è tratta la serie disponibile su Amazon Prime)
Ci sono problemi di coppia che non si possono risolvere. Tipo quello che una delle due persone non c’è più. Allora come si fa a superare la scomparsa del proprio partner? Come lasciarlo andare pur conservando il suo ricordo? In questo Modern Love di Emily Suon, una bibliotecaria di Rhode Island, non c’è una risposta a queste domande. Non c’è neanche un motivo apparente che non sia quello di cercare di ricordarsi l’amore che la lega al marito scomparso, cercando di capire cosa accadrà da ora in poi.
📌 Post-it del venerdì
Single, dating, coppie e relazioni. Gli articoli della settimana per districarsi nel precariato sentimentale
È possibile avere una relazione amichevole che funziona con un ex? Si può aver cura dell’amore di un tempo e custodire i momenti condivisi? Come spiega l’autore in questo bel pezzo, partendo dalla sua esperienza personale, non bisogna dimenticare che se anche una relazione non è andata dal punto di vista sentimentale per vari motivi, molto ha comunque funzionato. E può essere un ottimo metro di giudizio per rivalutare il concetto di fallimento nelle relazioni.
Se si mischia il ghosting con il gaslighting, cosa si ottiene? Il ghostlighting. Ecco come individuarlo e come reagire secondo gli esperti.
Abbiamo trasformato la psicoterapia in un comodo strumento per giustificare il nostro egoismo? È la domanda - provocazione che si chiede l’autrice del pezzo, spiegando come “l'andare in terapia viene vissuto quasi come un dovere, nella convinzione che alla fine ci renderà persone migliori, un meccanismo, questo, che si inserisce perfettamente in una società sempre più egocentrica. L'aspetto perverso della cosa è che questo eccesso di percezione di noi stessi ci ha portato non solo a fare nostro il gergo psicoterapeutico e a utilizzarlo nella vita quotidiana, ma anche a pensare che le nostre emozioni e i nostri sentimenti siano al di sopra di tutto.”
Trent’anni significa necessariamente matrimonio? Così non sembrerebbe per i trentenni di oggi, come racconta anche Naoise Dolan, l’autrice del libro “La coppia felice” (e del precedente “Tempi Eccitanti”) già definita l’antagonista di Sally Rooney, in questo pezzo. Per lei "essere in una coppia non significa per forza sacrificare tutta l’autonomia. La natura umana contiene una certa misura d’insicurezza, e l’insicurezza fa credere che sia meglio avere non un partner che non ti vuole lasciare, ma un partner che non può farlo. E lì sì, torna il retaggio del passato, quello delle coppie che rimangono insieme per convenienza. Io desidero che gli altri, che si tratti di relazioni platoniche, amorose o famigliari, stiano con me per volontà, non per necessità".
🎙️ Mixtape e altre storie
Consigli (non) richiesti per sembrare degli alternativi consumati
Per celebrare l’arrivo sulla piattaforma di Nuovo Olimpo, Netflix ha reso disponibile sulla piattaforma alcuni dei grandi successi di Ferzan Ozpetek, che in questa intervista si racconta ricordando la sua Roma degli anni Settanta, il rapporto con Mina e il senso più profondo del suo nuovo film già disponibile su Netflix.
È scomparsa a 89 anni Marina Cicogna, la contessa del cinema italiano, prima produttrice italiana e la prima produttrice a vincere un Oscar nel 1971, come miglior film straniero, per “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri. Nota anche per le sue storie d’amore, tra tutte quella ventennale con l’attrice Florinda Bolkan, si è sempre definita una donna che amava la libertà rigettando qualunque etichetta. Qui una sua bella intervista rilasciata alla scrittrice Chiara Valerio in cui ricorda molti incontri con i grandi del cinema mondiale ed episodi della sua vita privata, tra cui feste che hanno segnato un’epoca.
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