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E ora, come sempre, schiaccia play e… buona lettura.
Hai mai sperimentato dei “periodi di sonno” dall’emozione? Non sapevo bene cosa fossero fino a qualche tempo fa, quando una collega mi ha raccontato di questi momenti necessari, a suo modo di vedere, per ritrovarci e rimetterci di nuovo al centro dei nostri discorsi emotivi e approcci relazionali.
“È come se fosse una chiusura iniziale per autotutela dai piccoli traumi affettivi che tutti abbiamo vissuto (un amore non corrisposto, un abbraccio negato, una critica immotivata, e simili). Ma questa chiusura ti serve per smaltirli, per resettarti, così che dopo possa aprirti a nuove fasi emotive e a vivere diversamente anche rapporti già consolidati (di qualsiasi genere, amicali, amorosi o famigliari). È una sospensione del giudizio su te stessa e un bisogno di svuotare prima di accettare altro.”
Ci ho riflettuto su per un paio di giorni, perché in pochi pensieri finalmente qualcuno aveva condensato e reso perfettamente l’idea di questo mio lungo periodo personale. Dormiente, per l’appunto.
“Che hai fatto in tutti questi anni, Noodles?". "Sono andato a letto presto" spiegava il buon Robert De Niro (e prima di lui Proust), dove quel gesto così semplice per me assume proprio quel senso di auto protezione innescato dai dolori incontrati e dalla necessità di accoglierli, dargli forma e colore imparando, alla fine ognuno con i propri tempi, a lasciarli andare.
Il nostro periodo di sonno emotivo appare quindi una condizione quasi ineludibile, centrale nel percorso di scoperta di chi siamo realmente e, soprattutto, di cosa vogliamo. Dalle relazioni che instauriamo con gli altri e da quella con noi stessi.
Mi piace quel passaggio per il quale periodi di questo tipo vedono anche una sorta di tenerezza maggiore nei nostri confronti, la mia collega non a caso ha usato l’espressione “sospensione del giudizio” su noi stessi, come a dire che risvegliarsi presuppone anche un lavoro di accettazione e di comprensione di quello che siamo diventati col tempo.
È interessante questo pezzo che spiega come sia fondamentale saper distinguere tra connessione e compatibilità ogni qual volta iniziamo a conoscere e frequentare un’altra persona. "La compatibilità è seguire la testa e la connessione è seguire il cuore". "La connessione è rapida, mentre la compatibilità è qualcosa che si scopre man mano che si conosce". "Compatibilità: somiglianze nel modo di discutere, di vivere, nella morale, nell'amore. Connessione: il legame che si prova quando si passa del tempo insieme, indipendentemente dalla compatibilità" E ancora “il motivo per cui possiamo confondere la connessione e la compatibilità - soprattutto ora, in questa società iperveloce e di gratificazione istantanea in cui viviamo - è che quando ci si sente bene o eccitati per qualcuno, si può presumere che sia un buon match perché ci si sente bene, ma si tratta solo di un picco di dopamina?".
Aggiungendo un tassello in più, partendo proprio da come mi sento in questo periodo, credo che la connessione sia legata a doppio filo proprio a questi risvegli emotivi che registriamo. Sono quei dettagli minuscoli ma essenziali che in modo assolutamente non programmato cogliamo di qualcun altro, estraneo o già noto poco importa, e per i quali proviamo un’attrazione che sfocia spesso proprio in questa sorta di connessione a livello emozionale.
A pensarci bene è proprio lei che ci porta a vedere qualcuno sotto una luce diversa, quella botta di benessere immotivato, che nasce spontaneo senza particolari perché. In fondo è la connessione che cerchiamo nel dating, negli appuntamenti rapidi, nelle parole scambiate una sera come tante.
Ed è la stessa connessione che ci frega, che ci racconta possibili scenari attrattivi e ideali, illudendoci che possa sempre davvero funzionare. Una connessione che, a volte, travalica tutto: luogo e timing, scattando anche due persone che si trovano in momenti di vita totalmente sbagliati o solo agli antipodi.
Eppure sono utili anche questi errori di calcolo a volte. Alla fine, che sia connessione o compatibilità poco importa. Quello che resta, alla fine della notte, è quella sensazione di intorpidimento dopo un lungo sonno, la voglia di stiracchiarsi, riprendere in mano emozioni un po’ sgualcite e alzarsi finalmente di nuovo dal letto.
#ItsFridayImNotInLove
💌 Modern Love
Dalla rubrica settimanale del New York Times “Modern Love” (da cui è tratta la serie disponibile su Amazon Prime)
Come si supera una rottura? Per qualcuno è necessario tagliare qualunque rapporto e legame, azzerare il tutto e ripartire. Per altri, invece, ci si aggrappa alle piccole cose che si condividevano con il partner o che avevamo scoperto di apprezzare grazie a quella persona. Come Sophia Ortega, scrittrice a Los Angeles, che racconta nel suo Modern Love di come tornare al cinema da sola, in uno in particolare, sia stato il suo personale modo di superare una rottura dopo cinque anni dal suo ex cinefilo.
To heal, I go to the movies. In the cool dark, I reacquaint with myself and the relationships that shaped me.
In “Interstellar,” the fifth dimension is where gravity can transcend time, enabling communication across eras. Cam doesn’t want me in his life, but I want him in mine. So I enroll in AMC A-list. I arrive early and arm myself with a large popcorn. I sit in the center. I take sanctuary.
At AMC Burbank, Nicole Kidman looks down from her silver screen and says, “Heartbreak feels good in a place like this.”
She’s not wrong.
📌 Post-it del venerdì
Single, dating, coppie e relazioni. Gli articoli della settimana per districarsi nel precariato sentimentale
La rubrica di Dan Savage la trovo sempre estremamente interessante perché mi permette di confrontarmi anche su temi sui quali pensavo di avere le idee chiare. Come in questo nuovo numero dedicato al complesso tema del microtradimento, nel quale condivide un elenco di punti spiegando (dal suo punto di vista) cosa costituisce tradimento e cosa no all’interno di una coppia.
Dry dating e sober curious pare siano tra i nuovi trend del momento. Ma perché così tanti giovani stanno iniziando a preferire appuntamenti senza alcun tipo di alcool?
Sembrerebbe che febbraio sia il mese migliore per i buoni propositi. Gli psicologi, infatti, dicono che questo è il momento perfetto per riflettere su ciò che si vuole e su come raggiungerlo.
Perché siamo ossessionati dalla connessione piuttosto che dalla compatibilità? E forse, è proprio la nostra idea di chimica potrebbe limitare la nostra rosa di appuntamenti.
🎙️ Mixtape e altre storie
Consigli (non) richiesti per sembrare degli alternativi consumati
Ho iniziato da pochissimo e in contemporanea con un amico (ottimo espediente per iniziare libri accumulati da tempo) La vita è breve, eccetera di Veronica Raimo. Una raccolta di racconti che “è un compendio di frammenti di contemporaneità, che prosegue l’ostinata disamina di Veronica Raimo sulla fine dell’amore, l’elaborazione del lutto, la ricerca un po’ insofferente e un po’ disordinata di un posto privilegiato nel cuore limitato delle cose, possibilmente vicino a un bar e con buona musica.” Mentre attendo di terminarlo, qui trovi una bella intervista alla scrittrice. Per ora posso solo dirti che la dimensione del racconto mi mancava e trovo sia un ottimo espediente per ritagliarsi sempre del tempo per la lettura, trovando finali rapidi, ma non per questo meno emozionali.
Come ricorda DLSO 7 anni fa usciva Process di Sampha, un album di rara intensità e bellezza. Da (ri)scoprire oggi e ascoltarlo almeno una volta se ancora non lo conosci.
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