Questa è It’s Friday I’m (not) in love, una newsletter settimanale per cuori precari ma non disperati che arriva ogni domenica mattina. Se ti piacerà, clicca sul cuore, commenta o inviala ad altri potenziali (e non) cuori allo sbando. Oppure puoi offrirmi un caffè e supportare il mio lavoro. Grazie!
E ora, come sempre, schiaccia play e… buona lettura.
“Ho capito, la ragazza ti ha detto la parola più sexy del mondo…”
“Quale?”
“No.”
È un dialogo di Respira, una serie tv spagnola su Netflix che ho finito in questi giorni. Lei che consola lui appena scaricato dall’altra.
Per anni ho pensato che il no (inteso in questo caso per me come il non scendere mai a compromessi o non seguendo l’istinto o il desiderio) fosse una sorta di passe-partout relazionale. Da un lato simbolo di intransigenza etica, necessario per ricordarmi quello che credevo fosse importante per me, per la persona che mi sentivo, forse, anche in dovere di essere. Dall’altro un modo, sicuramente ingenuo, di pensare di non perdere valore o “fascino” agli occhi degli altri. Degli uomini in primis.
Inutile dire che negli anni è diventato, al contrario, la mia coperta di Linus dietro la quale trincerarmi per non affrontare situazioni e persone capaci di confondermi. Una scusa per non prendere mai di petto determinati momenti ed emozioni o anche solo per non espormi mai a potenziali rischi.
Dire no, più a me stessa che agli altri, è sempre stato un modo non tanto per non mettermi in gioco quanto per evitare di raccogliere cocci indesiderati dopo. A conti fatti, col tempo, dire no è diventato quasi automatico, come scontato, sicuramente più facile di dire il suo contrario.
Un sì che reca con sé non solo la voglia di provarci (sotto tutti gli aspetti) ma anche solo un invito a lasciarsi meravigliare. Ecco, col tempo ho capito che tutti quei no mi hanno in qualche modo privato di tanto potenziale stupore da cui lasciarmi conquistare.
Non so bene come si inizi a dire sì con sempre più convinzione. Credo abbia a che fare con una maggior consapevolezza di sé stessi, una certa disinvoltura e forse anche una buona dose di leggerezza. Soprattutto nei confronti di quello che potrebbe accadere e non.
Dire sì non è tanto un atto di fede, quanto più voglia di non fermarsi o accontentarsi, non restare in attesa che i cambiamenti (che tutte le persone recano con sé) ci investano improvvisamente. Dire sì ha a che fare con un po’ di sano coraggio e incoscienza, un desiderio di mettersi alla prova nonostante tutto.
Sono profondamente invidiosa di chi riesce a dirsi e dire sì. Che sia con piena convinzione o meno poco importa. C’è che la gente si butta, pur con tutte le sue paure, mentre altre rimangono arroccate, temendo di perdere non si sa bene quale virtù, valore o orgoglio.
Eppure, senza alcuna garanzia di felicità, moltissimi continuano e continueranno a ripetere il loro sì. Forse con meno slancio, ma non per questo con meno desiderio di restare meravigliati da tutto ciò che potrebbe accadere.
Allora ecco cosa dovremmo augurarci: dire più sì. A quell’invito, a quell’appuntamento, a quell’occasione casuale che si trasforma in molto altro. A noi.
In un’epoca in cui collezioniamo più occasioni mancate che altro, dire sì non risolverà la nostra precarietà sentimentale ma almeno ci renderà più pronti allo stupore. Che a volte, non volendo, è davvero l’unica cosa che cerchiamo davvero.
#ItsFridayImNotInLove
💌 Modern Love
Dalla rubrica settimanale del New York Times “Modern Love” (da cui è tratta la serie disponibile su Amazon Prime)
Si può restare amici con i propri ex? Secondo l’autrice di questo Modern Love sì, ma a patto di seguire qualche semplice regola. Come racconta, nel corso degli anni ha continuato a rimanere in contatto con altri ex, alcuni con cui condivide ancora un affetto platonico e interazioni senza complicazioni romantiche. Ogni ex ha ancora una parte importante nella sua vita, anche se il rapporto è cambiato con il tempo. Una bella riflessione sul concetto di perdono e di come certe relazioni possano evolversi in amicizie più mature e consapevoli.
“Forgiving, like weight lifting, grows easier the more reps you do. But apart from developing your forgiveness muscles, there are other reasons to stay in touch.
I loved my exes then, and I love them now, only differently. They still have the qualities I loved from the beginning.”
📌 Post-it del venerdì
Single, dating, coppie e relazioni. Gli articoli della settimana per districarsi nel precariato sentimentale
Dating trend: con precisione chirurgica Ester Viola raccoglie un decalogo delle relazioni difettose da leggere e rileggere all’occorrenza. Io mi appunto soprattutto il 1.
Conosci il L.A.T.? Si tratta di un modello relazionale scelto da sempre più coppie per aumentare l'indipendenza e migliorare la relazione.
E a proposito di vecchie storie: come gestire una relazione con qualcuno che è ancora molto legato e amico di un ex partner?
🎙️ Mixtape e altre storie
Consigli (non) richiesti su come perdere tempo la sera
È stato decisamente l’album che ho ascoltato di più in questi giorni e, personalmente, credo proprio che si appresti ad essere inserito già nella classifica dei migliori per il 2025. Qui un estratto da questa bella recensione:
“Non è tutto chiaro, non è tutto esplicito, questo è un disco che si sente emotivamente prima ancora di capirlo razionalmente. È alimentato dalla tensione tra detto e non detto, tra i dialoghi della cantautrice con se stessa e musiche che ricollocano queste storie in una cornice estetica luminosa e appagante. E come in certi film, alla fine vincono i buoni.”
È scomparso Gene Hackman per me indissolubilmente legato a Royal Tenenbaum, patriarca dell’eccentrica famiglia newyorkese del titolo, e pietra miliare della cinematografia di Wes Anderson. Da rivedere ancora e ancora.
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