Questa è It’s Friday I’m (not) in love, una newsletter settimanale per cuori precari ma non disperati che arriva ogni domenica mattina. Se ti piacerà, clicca sul cuore, commenta o inviala ad altri potenziali (e non) cuori allo sbando. Oppure puoi offrirmi un caffè e supportare il mio lavoro. Grazie!
E ora, come sempre, schiaccia play e… buona lettura.
Il 17 aprile questa newsletter ha compiuto cinque anni di onorata attività. Non so bene però come riassumere il tutto, perché a volte ho la sensazione siano passati in un lampo.
Si dovrebbe iniziare dal perché abbia iniziato a scrivere, o meglio continuato una rubrica sulle relazioni che avevo lanciato nel 2014 su Facebook a uso e consumo dei miei amici. Non pensavo di avere qualcosa da raccontare per gli altri per così tanto tempo, ma il mettere nero su bianco molte riflessioni mi aiutava (non sempre) a vederle da prospettive diverse. O forse, semplicemente, era un modo per ammettere tanti pensieri che a voce fuggono via e si perdono nell’aria.
Come scrive Tropico in riferimento alla sua nuova canzone Perché mi sono innamorato di te “La verità è che ci vogliono le palle per dire certe cose e non sempre si ha la giusta dose di coraggio. Io volevo blindarla, fermarla, almeno in una canzone questa cosa, per tutte le volte che non l’ho detto e che non lo dirò.” Ecco, io volevo intrappolare su delle pagine virtuali delle sensazioni, dei pensieri che spesso mi immalinconivano, mi facevano provare un senso di solitudine o vergogna difficile da spiegare ma che dovevo comunque mettere a fuoco.
Cosa cambia in cinque anni? Tutto o forse nulla, perché i cambiamenti non sono mai necessariamente frutto del tempo trascorso quanto della volontà e dell’urgenza che sentiamo. E possono avvenire in pochissimi mesi a volte. Come dire, non è il tempo che passa che ci rende persone diverse. Diverse da chi poi?
Io sono sempre io. Con la sola differenza che in questi anni ho provato a conoscermi di più. Del resto, il lancio di questa newsletter è coincisa anche con la scelta (e la possibilità) di andare a vivere da sola, accarezzando ulteriormente un ulteriore strato della mia indipendenza capace di virare su una solitudine spesso volontariamente ho abbracciato.
Se c’è un aspetto però che è cambiato in questi anni è l’aver scoperto di non dover avere vergogna sociale di molti miei pensieri. L’averli messi nero su bianco e condivisi spesso con dei lettori a me sconosciuti, mi ha permesso di entrare in connessione con tante persone e scoprire come ci siano dei mood, dei pensieri e delle sensazioni che ci uniscono molto più di quanto pensassi.
Ecco It’s Friday I’m (not) in love mi ha restituito parole di altre persone che negli anni mi hanno scritto di come certe parole che avevo lanciato alla stregua di messaggio in una bottiglia gli fossero arrivate forte e chiaro. Ed è qualcosa che mai avrei pensato quando tutto questo è iniziato. Far giungere delle parole a destinazione, pur non avendo alcuna indicazione e trovare dall’altra parte qualcuno disposto a leggerle e spesso ad apprezzarle.
Nel tempo, ma soprattutto in quest’ultimo periodo sempre più precario dal punto di vista sociale e relazionale a 360°, ho capito che siamo tutti alla ricerca di qualcosa che ci faccia sentire più compresi. Meno soli. E scrivere questa newsletter settimanale è diventata così una personale cartina di tornasole per sentirmi più compresa dagli altri. In una società che ci spinge sempre più verso l’individualismo e l’indifferenza mi piace pensare che le parole e i pensieri (non i miei in senso stretto) possano creare ponti laddove vediamo solo isole. Che possano far entrare in connessione e in sintonia, porre interrogativi senza la presunzione di voler anche dare delle risposte.
È con questo approccio che ho iniziato questo progetto ed è così che continuo a portarlo avanti. Non ho mai avuto alcuna soluzione in tasca ma solo tante domande, moltissime delle quali ancora in attesa di risolversi.
Quindi questa settimana semplicemente ti ringrazio per aver scelto di continuare ad accogliere i miei pensieri e le mie riflessioni. In qualcuna ti sarai ritrovata, in altre avrai giustamente guardato oltre alla tappa successiva. Probabilmente viaggiamo e viaggeremo su percorsi e con velocità diverse, ma sono certa che qualche emozione l’abbiamo comunque condivisa. Ed è da lì che nascono i rapporti, dalla capacità di vibrare insieme di fronte a quello che la vita ci riserva.
Forse sei una persona arrivata qui da poco o forse sei qui fin dall’inizio. In ogni caso grazie per far parte di questo viaggio che non ho la minima idea di dove condurrà. Provo a farmi questa domanda ogni singolo sabato, giorno dedicato alla scrittura di It’s Friday (e questo spiega la riduzione della mia vita sociale!) ma puntualmente non ne ho la benché minima idea. E così, sempre, mi ritrovo a scrivere senza direzione precisa affidandomi un po’ all’istinto un po’ alla voglia di lasciare andare certi pensieri.
Che spesso, mi rendo conto, essere gli stessi di cinque anni fa. È un segno del fatto che non ci sia stata alcuna evoluzione nella mia vita? Ecco, non ti nego che questo è un pensiero che ultimamente mi assilla particolarmente. La paura di rendermi conto di non aver fatto un passo, di essere rimasta immobile con tutte le mie indecisioni e paure. Del resto, a prima vista, tirare le somme nel mio caso potrebbe essere facile: continuo a essere single, non ho avuto relazioni in questi cinque anni, non ho messo a posto nulla, socialmente parlando, nella mia vita.
Poi però penso che tra poche ore partirò per un Paese che sognavo di visitare da sempre, che mi sono messa in gioco lavorativamente parlando più volte negli ultimi anni, che spesso sono uscita dalla mia comfort zone.
Chiaro non mi sono ancora iscritta ad alcuna app di dating, continuo a posticipare il piano nutrizionale (da seguire per sentirmi meglio e più a mio agio non per altro) non ho comprato mezza casa (giusto quella potrei permettermi).
Però in questo 2025 sto cercando di non pensare a quello che “manca” bensì vivere di più il presente senza affannarmi troppo per raggiungere un ideale di vita che ci vendono costantemente. Penso al qui e ora. Come questa newsletter che ogni settimana è un caos indefinito, che spesso mi mette di fronte al dovere fare somme e sottrazioni relazionali, che mi mette in difficoltà con il dovere sempre trovare qualcosa di cui valga la pena scrivere.
Penso che non voglio tirare le somme di questi primi cinque anni. Penso che voglio godermi il viaggio, perché in fondo non ho davvero idea di quale potrebbe essere, questa volta, la meta. E va bene così.
Grazie.
#ItsFridayImNotInLove
Ps. It’s Friday I’m (not) in love si prende una pausa obbligata, ma mentre sarò in giro cercherò di catturare qualcosa che valga la pena di essere condiviso. Ci rivediamo il 4 maggio. Nel mentre ti auguro di perderti un po’ anche tu.
💌 Modern Love
Dalla rubrica settimanale del New York Times “Modern Love” (da cui è tratta la serie disponibile su Amazon Prime)
In una sola settimana, l’autrice ha lasciato il suo lavoro, iniziato una nuova relazione con Jeff, detto addio al suo cane e deciso di aiutare il fratello e il cognato ad avere un figlio, offrendosi prima come donatrice e poi come madre surrogata. Il Modern Love di Tamar Stevens è secondo me una testimonianza intensa su cosa significa amare, scegliere e costruire famiglia, anche fuori dagli schemi. E ricordarci che il momento perfetto per una relazione non esiste, siamo noi a crearlo.
“In Los Angeles, a city of dreamers waiting for their big break, I often felt like someone’s placeholder while dating.”
📌 Post-it del venerdì
Single, dating, coppie e relazioni. Gli articoli della settimana per districarsi nel precariato sentimentale
Dating Trend: secondo uno studio di un’università americana esistono ben 4 fasi all’interno delle relazioni moderne. Navigare attraverso queste fasi può essere complicato, ma è anche ciò che rende speciale una relazione quando si raggiunge la fase finale.
Conosci la teoria del “You meet them twice”? Se qualcuno è destinato a far parte della tua vita, anche se le cose sono andate male la prima volta, lo incontrerai di nuovo per una seconda possibilità. Eppure questo approccio non è necessariamente positivo.
Gli uomini sono tre volte più propensi delle donne a chiedere al chatbot consigli sulla loro vita amorosa. Ma cosa rischiamo affidando le nostre domande più intime all'AI?
Se devo pensare ai prossimi 5 anni (di newsletter ma non solo) ecco cosa mi e ti auguro: nankurunaisa, un concetto giapponese che dovremmo imparare ad adottare di più nella vita di tutti i giorni.
La letteratura femminile può aiutare gli uomini a ripensare il proprio ruolo nelle relazioni? Una bella riflessione della scrittrice irlandese Naoise Dolan che con i suoi romanzi, racconta l'amore senza idealizzarlo, esplora il sesso senza stereotipi e riflette su come il linguaggio, la cultura e il potere influenzino i legami. Un invito a leggere le donne per capire meglio il mondo.
È appena uscito il trailer della terza stagione di And Just Like That di cui io, non avendo praticamente quasi mai visto Sex&TheCity, non di conseguenza fan. Ma pare ci sia una frase di Miranda, come spiega questo pezzo, che colpisce molto perché ci ricorda un mantra che dovremmo adottare tutte e tutti nella vita come nelle relazioni.
🎙️ Mixtape e altre storie
Consigli (non) richiesti su come perdere tempo la sera
Tutto mi aspettavo dal 2025 ma non un nuovo album de i cani, così “de botto, senza senso” cit. O forse un senso c’è. C’è sempre. Dopo 9 anni Niccolò Contessa torna per ricordarci a noi figli dell’indie e di quella stagione romana irripetibile (sono di parte lo so) che qualcosa ancora c’è. Che sia nostalgia, che sia urgenza di esprimerci o mera voglia di ricordare siamo qui. Un bellissimo pezzo che mi ha ricordato i miei vent’anni e la mia città, Roma, protagonista di una scena e di una storia che mi manca terribilmente. Perché in fondo chi non ha mai pianto disperatamente, o anche solo dedicato, Il posto più freddo?
“Contessa è il Pigneto che diventa the place to be, ma anche la gara tra chi ha fatto il liceo romano più figo, è l’Any Given Monday o la serata al Fish’n Chips, gli skinny fluorescenti e le magliette attillate con Mickey Mouse. Insomma, Contessa, suo malgrado o forse per suo stesso intento, un po’ come Nanni Moretti con Ecce Bombo, è un ritratto generazionale molto specifico e circoscritto che si stacca da sé per diventare universale. […] I Cani sono rimasti I Cani, gli ultimi veri romantici, un po’ come i pariolini di diciott’anni che ormai di anni ne hanno trenta e passa, se non quaranta, e di voglia e tempo di ascoltare un disco per intero sempre meno. Ma stavolta si fa un’eccezione.”
È uscito il nuovo libro di Coco Mellors, diventata famosissima per il suo primo libro Cleopatra e Frankenstein che avevo letto a suo tempo. Non un capolavoro per me, ma un buono script per una serie tv per noi Millennial. L’ultimo invece, Le Sorelle Blue, sembra virare su un tema più familiare, il rapporto tra sorelle e forse potrebbe riservare qualche sorpresa vista la tematica mai troppo esplorata. Edito Einaudi è già disponibile in libreria, da valutare.
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auguri!! :-)