Questa è It’s Friday I’m (not) in love, una newsletter settimanale per cuori precari ma non disperati che arriva ogni domenica mattina. Se ti piacerà, clicca sul cuore, commenta o inviala ad altri potenziali (e non) cuori allo sbando. Oppure puoi offrirmi un caffè e supportare il mio lavoro. Grazie!
E ora, come sempre, schiaccia play e… buona lettura.
Credo sia la prima volta che questa newsletter esce il giorno del mio compleanno. E quindi con tutti i postumi dei festeggiamenti che ne conseguono. Ma soprattutto con un profondo senso di gratitudine che sovrasta tutto, anche le potenziali somme da tirare.
Ecco, sec’è qualcosa in cui credo profondamente è l’importanza di festeggiare ogni anno. Nessuna malinconia qualcosa che potrebbe “mancarmi”, nessuna ansia di invecchiamento da sopportare, nessun senso di straniamento nei confronti di questa mia giornata. C’è chi rifugge da tutto questo, io invece ogni anno continuo ad organizzare cocciutamente una festa per fare ammenda per tutti gli aperitivi promessi e mai presi, per recuperare almeno una volta quel “Vediamoci presto…” sempre disatteso per pigrizia sociale.
Festeggio perché mi piace ritrovarmi circondata per una sera con tutte quelle “stagioni irripetibili” che ho incrociato negli anni. Persone conosciute in momenti e situazioni diverse, oggi parte di un passato non ancora trasformatosi del tutto in memoria, di cui resta prepotentemente un simile regalo. Amici che non vedo con la frequenza che vorrei, ma che mi ricordano la bellezza del salutarsi per poi, comunque, ritrovarsi.
Come riprendere un dialogo dal punto esatto da cui si è interrotto, senza percepire il distacco che nel mentre è avvenuto o il tempo trascorso. Sapere che malgrado la vita scorra davanti a noi, c’è sempre ancora la stessa voglia di condividere anche solo una serata insieme.
Poi, chiaro, è inevitabile nel profondo privato, quando le luci si spengono e sul tavolo rimangono solo pile bottiglie vuote, ritrovarsi a chiedersi come sto. Come sto davvero con un anno in più collezionato, con nuove domande a cui voler trovare una risposta o altre, più ancestrali, che sembrano non abbandonarmi mai.
Ma quando questo accade, spazzo via tutto con il resto da gettare via.
Se c’è una cosa che ho imparato è che non voglio sprecare mai la “mia” giornata chiedendomi cosa manchi in questo preciso momento. Cosa non funzioni, cosa cerco che ancora non trovo. Non è una giornata che va in sottrazione. Non lo è mai perché il carico di affetto e di positività di cui vengo inondata non lo permetterebbe comunque.
Così ogni anno ritrovo nuovi e vecchi amici, con le loro storie e le loro novità. Con i loro dubbi, desideri e abbracci.
E ritrovo quel senso più alto che qualunque relazioni dovrebbe avere. La voglia di condividere senza pretendere, la voglia di restare e proseguire insieme per un tratto di viaggio.
Se c’è qualcosa che meglio rappresenta il mio di percorso, ad esempio, sono proprio le amicizie. Ogni persona di cui mi circondo rappresenta al meglio una tappa affrontata e superata, un momento preciso a cui ricollego ricordi e sensazioni.
E quando ogni anno festeggio e mi guardo per due secondi intorno, muovendomi tra di loro e osservando tutto quel vociare e quelle risate, mi accorgo concretamente di tutta la strada che ho fatto. Di quante persone estranee mi hanno dato una chance, diventando voci e volti a me cari, di quante emozioni abbiamo messo sul tavolo entrambe condividendole.
Ecco perché non ho spazio per quello che, almeno sulla carta, potrebbe mancare. Perché la somma che ne ricavo sarà sempre maggiore di ogni assenza, di ogni mancanza, di ogni domanda che resta silenziosa e in attesa sulla soglia di casa come l’ospite più sgradito.
Quelle però si accomodano comunque quelle sere in cui mi sento più fragile e vulnerabile. In cui è inevitabile, sì, provare a capire dove stia andando o il perché. Quelle sere in cui mi aggrappo un po’ di più all’ondata di affetto che annualmente mi travolge e mi avvolge.
Festeggiare il proprio compleanno per aggiungere, mai per chiedersi cosa sia assente. Per ringraziare chi ha deciso di esserci nella tua quotidianità, in una parte o più di percorso.
Per ricordarmi, appunto, di tutte quelle stagioni irripetibili che ho giocato, sempre in squadra mai da sola. Per ricordarmi di tutte le incertezze iniziali, di quelle paure di non farcela o essere mai abbastanza. Salvo poi ritrovarmi oggi gli occhi velati di un pizzico di solita commozione quando una casa intera intona uno sgangherato buon compleanno chiedendoti a gran voce un discorso.
E a volte non c’è molto da dire. Solo un timido grazie e la voglia di rifare tutto. Ancora.
#ItsFridayImNotInLove
💌 Modern Love
Dalla rubrica settimanale del New York Times “Modern Love” (da cui è tratta la serie disponibile su Amazon Prime)
Mettere un punto a una relazione può essere un gesto d’amore e di altruismo? Prova a raccontarlo nel suo (bello) Modern Love la scrittrice Souvankham Thammavongsa. La storia del suo matrimonio e del suo divorzio.
Si sono sposati dopo due settimane, con una vecchia fede del padre di lui e un vestito da 50 dollari. Hanno condiviso 12 anni senza litigi, tra libri e tre capre in giardino. Quando è finita, non c’erano colpe. Solo amore, ancora — ma in un’altra forma. Un racconto onesto e intimo sulla dolcezza della fine.
“When you know your marriage is over, it can be a time of great tenderness. I knew it would be our last year together before he did. It’s not something I can easily explain except to say every time I looked around, I felt I wasn’t supposed to be there. The place I held seemed to belong to someone else.
On my 41st birthday, a friend drove up to see me and over dinner alone with her, I told her and cried. She said, “Just because someone is lovely doesn’t mean you have to be married to them.”
📌 Post-it del venerdì
Single, dating, coppie e relazioni. Gli articoli della settimana per districarsi nel precariato sentimentale
Dating Trend: sempre più persone scelgono di approcciarsi al dating senza alcol, scoprendo nuovi modi di connettersi. Ma come cambia l’esperienza?
Seguo sempre con piacere su IG Livio Ricciardi, psicologo, sessuologo e divulgatore sex positive, per questo sono contenta di questa sua nuova rubrica su un noto magazine. Qual è il ruolo dell’amante? Quanto conta davvero il sesso in una relazione? E che succede dopo averlo fatto? Una nuova puntata di Farfalle nello Stomaco, una guida sincera e mai moralista per orientarsi tra desiderio, intimità e relazioni contemporanee.
Spesso cerchiamo l’amore senza un’idea chiara di cosa vogliamo. Per questo motivo, gli esperti suggeriscono di concentrarsi su noi stessi e di essere chiari sui propri limiti. Come dice l’educatore sessuale e relazionale Justin Hancock, molte cose che cerchiamo in una relazione possiamo trovarle altrove. L’amore arriva quando smettiamo di cercarlo e siamo pronti a restarci.
Come i contenuti ‘red-pill’ rovinano le relazioni. Molte donne raccontano di come le loro relazioni siano cambiate a causa di ideologie maschiliste diffuse online. Infatti, le influenze della ‘manosphere’ stanno portando alcuni partner a sviluppare atteggiamenti sessisti e tradizionali, creando tensioni nelle coppie.
🎙️ Mixtape e altre storie
Consigli (non) richiesti su come perdere tempo la sera
Tu te lo ricordi il primo amore? Quello dei sedici / diciassette anni, intenso, dolce, complesso pur nella sua tenerezza. Totalizzante. Ecco Per sempre, episodio dopo episodio, è un vero e proprio tuffo nel mio passato emotivo e credo valga anche per molti altri spettatori. Sono ancora a metà ma sono abbastanza certa che finirò per scriverci su.
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“Ecco perché non ho spazio per quello che, almeno sulla carta, potrebbe mancare” è un modo bellissimo per guardare alle mancanze e cambiare prospettiva, spostando l’attenzione sulle presenze 🧡
Che bello il racconto che hai fatto degli anni che si aggiungono e che aggiungono le voci delle persone che abbiamo intorno. Tanti cari auguri, Alessia!