Questa è It’s Friday I’m (not) in love, una newsletter settimanale per cuori precari ma non disperati che arriva ogni domenica mattina. Se ti piacerà, clicca sul cuore, commenta o inviala ad altri potenziali (e non) cuori allo sbando. Oppure puoi offrirmi un caffè e supportare il mio lavoro. Grazie!
E ora, come sempre, schiaccia play e… buona lettura.
Da qualche giorno mi sono lanciata nell’impresa di recuperare giga di spazio e permettere così al mio iPhone di tornare a essere più sereno. Con oltre 33mila contenuti tra foto e video diciamo che era abbastanza comprensibile.
Così ogni sera è un continuo viaggio lungo il viale dei ricordi degli ultimi 6/7 anni, durante i quali ritrovo frammenti di un tempo che non esiste più, persone che fisicamente non fanno più parte della mia vita o semplicemente luoghi attraversati e già dimenticati.
E tra questi un album fotografico intero dedicato esclusivamente agli screenshot che raccolgo ossessivamente: libri, canzoni, ristoranti, qualche prodotto beauty, frasi pseudo motivazionali che sul momento mi sembrano sempre estremamente illuminanti.
E a volte lo sono.
In un vecchissimo post su Facebook, un vecchio amico - uno di quelli di una fase della mia vita semplicemente bella quanto non replicabile - commentava: “La vita non è una sala d’attesa”.
Lo scrisse nell’ambito di qualche discussione sulle relazioni e sul dating, su chi dovesse davvero provarci per prima o come gestire frequentazioni e conoscenze (il termine situationship non esisteva affatto).
“La vita non è una sala d’attesa.”
È chiaro che letta così resta ancora un monito perfetto per combattere l’inerzia che troppe volte mi ha assalito nel tempo. E solo molti anni dopo, forse inizi a comprendere davvero di come aspettare sia anche un po’ un atto di codardia per non metterti gioco, per non lasciarti andare mai davvero.
Ed è un consiglio che non è invecchiato neanche di un minuto. Valido allora, valido oggi più che mai. Siamo ancora in tanti ad essere in una fase di profonda attesa di un qualcosa che ci scuota nel profondo, che dia un ritmo diverso alla quotidianità o un gusto e un colore diverso a quanto ci circonda.
Lo diceva anche Ettore Sottsass in una sua lettera a Fine Grassotti del 12 giugno 1999, che lessi a una mostra e la cui foto è apparsa proprio in questa mia cartella da sfoltire:
“Come stai? Anche tu non guardare il tempo che passa. Mangialo.”
È che l’ossessione del tempo che fugge via non l’ho mai davvero provata se non in questo ultimo periodo. Ad anni in cui ho sempre avuto la percezione che ce ne fosse in abbondanza si contrappone, oggi, la sensazione che tutto sia sfuggendo di mano troppo rapidamente. E non posso fare a meno di chiedermi: dov’è andato a nascondersi questo tempo? Come siamo arrivati qui? Svegliarsi con pezzi sparsi o persi è il pegno da pagare per l'accesso all’età adulta?
Ho visto Elisa a San Siro mercoledì scorso. Ci è arrivata 28 anni e 11 album in studio dopo dall’inizio della sua carriera. Quando uscì Pipes & Flowers avevo appena 11 anni ma MTV era già una costante in casa e quel pezzo, Labirynth me lo ricordo benissimo. Il resto, quella carriera fatta di pezzi pazzeschi, l’ho seguita passo dopo passo. Per tutta la durata del concerto ho faticato a realizzare realmente quanto tempo fosse trascorso da quel primo ascolto, ma anche quanta vita fosse passata nel mentre. Che fosse in attesa o meno, poco importa.
Non so se il tempo sia stata in grado di morderlo, o se sarò mai in grado di farlo. È un altro buon promemoria che in alcune fasi della vita si fa più spazio che in altre.
Resta la musica però a ricordarci quanta strada fatta nel mentre, in attesa o meno. Un sottofondo musicale che ci ricorda chi eravamo e, se siamo fortunati, ci apre la possibilità di guardare al futuro con la certezza che qualcosa resta sempre. Che sia anche solo un pugno di canzoni che non ci lasciano mai davvero.
#ItsFridayImNotInLove
💌 Modern Love
Dalla rubrica settimanale del New York Times “Modern Love” (da cui è tratta la serie disponibile su Amazon Prime)
Uomini, dove siete finiti? Rachel Drucker osserva le tavolate piene di donne, le cene d’estate senza appuntamenti, e racconta qualcosa che molte hanno iniziato a percepire: una ritirata silenziosa, maschile, dall’intimità. Non è solo una crisi sentimentale, è un cambiamento culturale. Gli uomini non si oppongono, non litigano: semplicemente non arrivano. Preferiscono la distanza filtrata di uno schermo, i gesti minimi che sembrano connessione ma non lo sono.
Un Modern Love che parla di assenze, desideri, coraggio emotivo — e della speranza, ostinata, di potersi ancora incontrare davvero. Un invito a sedersi di nuovo, a portare cura, coraggio, conversazioni autentiche e mattini dopo la notte — perché la connessione non è performance, è resistenza.
“You’ve retreated — not into malice, but into something softer and harder all at once: Avoidance. Exhaustion. Disrepair.
Maybe no one taught you how to stay. Maybe you tried once, and it hurt. Maybe the world told you your role was to provide, to perform, to protect — and never to feel.
But here’s what’s real: We never needed you to be perfect. We needed you to be with us. Not above. Not muted. Not masked. Just with.”
📌 Post-it del venerdì
Single, dating, coppie e relazioni. Gli articoli della settimana per districarsi nel precariato sentimentale
Dating trend: “Love doesn’t fit neatly into categories” — e sempre più persone sembrano rendersene conto. Cambia forma, sorprende, scardina le etichette che pensavamo ci definissero. Sempre più persone, racconta un nuovo studio di Hinge, stanno smettendo di chiedersi chi dovrei amare? per iniziare a chiedersi chi mi fa sentire vivo?
L’AI entra anche nel mondo del dating. Sempre più persone usano strumenti come ChatGPT per scrivere messaggi, analizzare conversazioni o gestire momenti delicati come una rottura. Dalle app di incontri ai chatbot terapeutici, la tecnologia offre supporto emotivo e pratico, ma solleva anche dubbi su autenticità e dipendenza.
L’amore sta cambiando: meno dating app, più incontri reali e relazioni non monogame. Cresce il desiderio di piacere autentico, con pratiche come sex party sobri e terapia di coppia con sostanze. Tra ritorni al tradizionale e nuove libertà, il piacere e la connessione sono al centro di un amore rivoluzionario.
È ufficialmente iniziata l’estate. Come sfruttare al meglio i piccoli momenti estivi per sentirci veramente bene con sé stessi e gli altri?
🎙️ Mixtape e altre storie
Consigli (non) richiesti su come perdere tempo la sera
Arriva nei cinema italiani solo dal 4 settembre, ma nel mentre Material Love - The Materialists è il titolo originale - nuovo film di Celine Song (suo è quel piccolo capolavoro di Past Lives è già disponibile in USA e sta generando un paio di riflessioni.
Material Love mostra il lato difficile e spesso crudele del dating moderno, dove amore e sentimenti sono messi da parte in favore di calcoli su età, aspetto e soldi. Attraverso la storia di Lucy, una matchmaker, il film racconta la lotta tra cercare una vera connessione e le aspettative materiali imposte dalla società. Non c’è una fine semplice, solo una riflessione su quanto sia complicato trovare l’amore autentico in un mondo dominato dal business e dalle alte aspettative.
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