It's Friday I'm (not) in love - Issue #75
Di sconti sempre e comunque, di false etichette e vuoti da (non) riempire.
Come sempre schiaccia play e… buona lettura.
Se ti stai chiedendo come mai ieri, 11 novembre, la tua casella di posta elettronica sia stata bersagliata da mail con codici sconto la risposta è presto detto: era il Single Day.
Un giorno dove, testuali parole di una delle tante mail che ho ricevuto, "si celebra la tua unicità". Persona che sei in coppia dimmi, se vuoi, la tua unicità l'hai per caso dovuta vendere per avere una relazione appagante?
Ed esattamente cosa rende me unica rispetto a te? Il mio essere single?
Copy sgradevole a parte, che sembra quasi dire velatamente che proprio in virtù della mia "unicità" sono ancora qui sola ed evidentemente bisognosa di una borsa, mi fa sempre sorridere come si riesca a creare opportunità di vendita, o meglio istigazione al consumismo più spinto, sfruttando quello che è uno status intimo ma che, di fatto, non dovrebbe poi davvero definire la mia persona.
C'è sempre un però. Se fosse facile, ma facile davvero, evitare queste facili etichette non ci sarebbero questi promemoria commerciali perché non avremmo necessità di ricordarci chi siamo.
Che oggi secondo loro mi merito uno sconto. Sconto di pena? Sconto di leggerezza? Sconto sulla skincare? Non ci è dato saperlo.
Che però diciamocelo nessuno fa sconti alle coppie. Che poi chi è in coppia non acquista accessori, vestiti, case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale? Volete negar loro il sacrosanto diritto a uno sconto sull’ultima maschera viso rigenerante? Sull'ultimo smartphone, sulla vaporiera che poi non useranno, sul robot aspira tutto, sull'ultima giacca per scalare impervie montagne? No per le coppie niente sconto (almeno apparentemente), come a dire “Voi siete già appagati.”
E invece tu single non solo ti becchi infinite newsletter trasbordanti di sconti, ma hai anche diritto a questa retorica dello sconto premio come "consolazione" al tuo status sentimentale. O per coccolarti un po' perché al di là di tutto te lo meriti. Perché la narrativa imperante di oggi ti vuole felice e in coppia. Che potrei anche capirlo certe volte quando vorrei una mano o un supporto. Però no, il Single Day lo devi festeggiare a colpi di strisciate di carta e pagamenti PayPal (qui siamo sempre per la sicurezza in fase di acquisti online). Alleggerire il conto per colmare una “mancanza”.
Mi sconvolge del resto che il Single Day sia nato proprio in Cina, patria non solo di questa festa che dal 1993 celebra l’orgoglio dei single (anni dopo cavalcata da AliBaba per lanciare una giornata di sconti e promozioni sulla scia del Black Friday americano) ma soprattutto Paese in cui se sei donna e nubile non te la passi socialmente proprio benissimo.
Vengono chiamate Sheng nu ("donne scartate" o "avanzi") e sono le donne che in Cina hanno superato i 27 anni e non sono ancora sposate. Oggetto di derisione e pressione sociale da parte delle famiglie e dello stesso governo che le vorrebbero al contrario sposate quanto prima. È di qualche anno fa il documentario Leftover Women che segue tre donne cinesi di successo e che prova a raccontare la loro condizione. Qui anche un bello spot del brand di cosmesi di lusso SK-II che affronta il tema.
Contraddizioni a parte, appare ora più chiaro come una simile "celebrazione" sfrutti di fatto quella che per molte persone, soprattutto donne, è ancora una sorta di stigma sociale. E, come detto prima, cerchi di colmare questa ipotetica mancanza con oggetti vari e spesso inutili.
Che poi se fosse facile ma facile davvero colmare certi vuoti, assodato che non sono prerogativa solo di noi single anzi, a quest’ora sarei sommersa di palette occhi, robot per pulire il parquet e l’ultimo modello di intimo modellante. Invece non compro nulla perché no, non è facile a volte manco un po’.
E poi perché devo risparmiare ecco. Sul conto e sulle emozioni, giusto un po’.
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